L’età “protratta”, quella che tanto si fatica a lasciare ma di cui poco, o non abbastanza, si parla. L’adolescenza, questa sconosciuta: di volta in volta vessillo o ricettacolo di definizioni stigmatizzanti e che è facile scivolino in una genericità che sfiora il banale. Leggi l’articolo su l’Espresso.

Queste le parole sull’articolo dell’Espresso, che probabilmente avrà provocato reazioni diverse fra i genitori in ascolto….. Del resto l’analisi del dottor Maurizio Andolfi, di cui parla l’articolo, è molto condivisibile. 

Le crisi evolutive durante lo sviluppo, sono sempre esistite perché manifestano i cambiamenti necessari alla crescita umana, ma questo sembra un tempo particolarmente difficile in cui crescere, perché gli adulti hanno paura dei figli, paura di frustrarli, paura di deluderli, paura di perderli. E i figli adolescenti finiscono per confondere il significato di libertà come assenza di responsabilità, piuttosto che come opportunità di prendersele le responsabilità.

La paura guida ragazzi e ragazze, che sono, per definizione, nel periodo evolutivo più disorientante della vita, perché gli adulti che guidano non ne sanno decifrare il vero bisogno. Non starò a ripetere le conseguenze già molto ben espresse nell’articolo sopracitato, ma piuttosto vorrei proporre riflessioni di metodo.

Educazione

L’educazione è un processo o se volete un mezzo attraverso cui impariamo ad affrontare la realtà in cui nasciamo e viviamo. A me piace definirla un processo perché indica una continuità.

In famiglia l’educazione comincia quando ha inizio la relazione con un figlio: da subito. Gli antichi dicevano: se vuoi una casa solida e sicura devi costruire prima di tutto fondamenta forti ed è una regola ineccepibile anche in educazione. La forza della persona sta nel suo equilibrio. I figli hanno bisogno fin da subito di adulti maturi, cioè in grado di prendersi cura di sé e dei loro figli con senso della misura, in modo regolato e sapiente. L’equilibrio è moderazione, è stabilità e chiarezza. È capacità di assumersi le responsabilità, di scegliere la strada da prendere di fronte ai continui bivi della vita reale. Quindi, fin da quando sono piccoli, siamo chiamati a guidare i nostri bambini a vedere il bivio per imparare a scegliere in modo sempre più autonomo. Invece noi ci sostituiamo sempre di più e sempre più spesso perché abbiamo paura di farli soffrire o di perdere il controllo e di soffrire noi stessi.

Proviamo invece a fidarci delle loro risorse ad ogni fase di crescita, a mano a mano che diventano capaci di fare da soli. Facciamo insieme perché possano fare da soli e lasciamo che si assumano le responsabilità delle conseguenze, vigilando certamente che l’impatto con l’errore non sia devastante, ma sia arricchente. Qualche volta, nonostante il nostro impegno, le circostanze esterne potrebbero complicare notevolmente la situazione: amici, scuola, eventi traumatici..

Il rapporto asimmetrico

Le crisi adolescenziali ci mandano davvero al tappeto perché di fronte a noi non abbiamo più un bambino che si affida, ma un ragazzo che si oppone, che ci mette in discussione, che critica e giudica anche con i suoi silenzi e la distanza fisica. Da qui la tentazione di abdicare al proprio ruolo di genitore per evitare il conflitto, facendo il “genitore amico”. Al contrario i figli hanno bisogno di sentirci asimmetrici; hanno bisogno di sentire la nostra volontà e capacità di contenerli  perché a volte siamo gli unici a farlo. E non possiamo contenere se non ci poniamo a una certa distanza da loro. 

Rispetto al passato è cambiata soprattutto la velocità con cui si agisce, si comunica, si vive: questo complica notevolmente le percezioni della realtà che è sempre più confusa e confusiva e complica il processo decisionale Abbiamo bisogno di aiuto, di fare squadra, di confrontarci e di condividere quanto viviamo in famiglia. Per crescere insieme ai nostri figli, piccoli e grandi, occorre aprirsi e costruire amicizie sincere, fare gruppo con gli altri adulti di riferimento dei nostri figli per superare le paure, maturare le parti più fragili ed essere modelli di riferimento efficaci. 

Per un consulto scrivici una mail a info@easyfamilyspace.com

Eleonora Alvigini

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