“La nostra famiglia è come uno di quei giochini in cui devi scuotere la scatoletta di plastica per mandare le palline nei loro buchetti. A volte sembra impossibile. Ma se hai pazienza, succede: tutti alla fine trovano il loro posto.” (Sophie kinsella)

Amo molto questa autrice perché sa descrivere in modo semplice, ma centrato i pensieri delle donne e i comportamenti degli uomini. E questa immagine che lei usa per descrivere la famiglia della sua protagonista nel libro “Attenzione all’intrusa”, la trovo perfetta perché in realtà sono certa ci possiamo ritrovare un po’ tutti.

Me lo sono immaginato quel giochino che, a dire il vero, mi faceva un po’ innervosire da bambina, tenendolo fra le mani nel tentativo di fare entrare le palline al loro posto. Ricordo soprattutto l’ostinazione e forse è proprio questo il tema: a volte siamo ostinati. Vogliamo a tutti i costi che le cose vadano come vorremmo noi: le palline devono entrare se io muovo la scatolina in una certa direzione e invece non succede procurandomi una grande frustrazione. Se, nonostante tutti i miei sforzi di madre o di moglie, mio figlio o mio marito non agiscono come mi aspetto, sento la stessa frustrazione, la stessa delusione, come se non avessi fatto centro. Poi succede qualcosa di inaspettato, un gesto diverso quasi inconsapevole e le palline vanno al loro posto. Così succede spesso anche nella vita: proprio quando smettiamo di ostinarci, un figlio ci sorprende facendo quello che deve fare. Il segreto ci dice la nostra protagonista è la pazienza.

Se hai pazienza cioè se non ti agiti, se non ti preoccupi eccessivamente, se non perdi la fiducia, se perseveri senza andare troppo in ansia, se sei disposto ad aspettare, se sei disponibile.. allora tutto andrà al proprio posto.

Le relazioni familiari sono meravigliosamente complesse perché per quanto ci si voglia bene e ci si senta responsabili reciprocamente, siamo comunque tutti unici e diversi. Abbiamo modi diversi di leggere la vita e affrontarla.

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