Conosco diversi padri in difficoltà, da tempo preoccupati per i loro figli.

I più non si arrendono e combattono contro l’inerzia, l’abbandono scolastico, la dipendenza in tutte le sue forme, i comportamenti delinquenziali dei figli.

Sono padri partecipi, lavoratori, credibili, persone normali, diremmo noi, che ad un certo punto però diventano invisibili e impotenti di fronte a figli capaci di trasgredire fino all’eccesso, di sfidare quasi ogni limite. Figli capaci di gonfiare il proprio petto e il proprio “io” ignorando e beffando l’amore stesso dei padri.

Ho visto quello sguardo un po’ smarrito diverse volte anche sul padre delle mie figlie, quando erano più piccole, in quell’età in cui, si sa, avremmo forse più chance di uscire incolumi da una burrasca in pieno oceano, piuttosto che dalle loro crisi di adolescenti incompresi.

Ricordo molto chiaramente gli sguardi smarriti e preoccupati dopo averle provate un po’ tutte (o almeno parecchie) senza grandi risultati. L’adolescenza è anche l’età della potenza filiale e dell’apparente impotenza genitoriale perché è così che ci si sente di fronte a un figlio che si perde, nel tentativo di diventare se stesso.

Eppure solo per il fatto di essere padre e madre siamo potenti, abbiamo cioè la forza di agire, di rimanere al nostro posto, dentro quella relazione così difficile e faticosa ma irrinunciabile, ineludibile.

Resistere ai rifiuti, alle offese, alle sfide e all’indifferenza è ciò che definisce e che esalta in quei momenti proprio la nostra potenza. Noi, peraltro, viviamo questa contraddittorietà tutti i giorni nella relazione con un altro Padre che probabilmente vive spesso il nostro stesso conflitto proprio con ciascuno di noi.

Il problema non è l’amore

Ed è contraddittorio, sì! Quante volte ci siamo chiesti il motivo di certi rifiuti, o di certi attacchi, sapendo bene di essere comunque amati dai nostri figli? Non mi è mai capitato, infatti, di sentire dire da un padre che non si sentiva più amato dal figlio in piena crisi. Perché sappiamo che il problema non è l’amore. Il problema è che vogliamo fare da soli.

Vogliamo impadronirci della nostra vita, vogliamo sentirci potenti e così finiamo per fraintendere l’amore da cui veniamo, finiamo per calpestarlo, perché pensiamo che ci limiti, che ci impedisca di essere noi stessi. C’è un momento però e sono certa che arriva per tutti, grandi e piccoli, in cui ti accorgi che qualcosa non va, che i conti non tornano e ti guardi indietro, alzi lo sguardo e lo vedi. Finalmente vedi quel padre che ti guarda, che non se ne é mai andato, che non ha mai smesso di aspettarti, perché non ha mai smesso di amarti. O almeno così dovrebbe essere per tutti.

Consiglio pratico

Trovatevi sempre uno spazio per stare con ciascun figlio con il desiderio di ascoltare e capire quello che ha da dire e non dire.

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