Molto spesso in una crisi matrimoniale, soprattutto quando le relazioni finiscono, lo smarrimento che ne consegue a livello personale è soprattutto di identità.
Sono specialmente le donne il cui ruolo principale è stato quello di moglie e madre a sentirsi svuotate di senso identitario.


Cosa potrò essere ora che non ho più un marito di cui prendermi cura e i miei figli sono grandi? Riprendersi in mano la vita proprio quando ormai si pensa di poterne godere i frutti è fra le imprese più difficili da realizzare.

Come fare?

  • Un giorno alla volta, un respiro dopo l’altro.
  • Perseguendo un obiettivo minimo alla volta, partendo dalle priorità.
  • Con l’aiuto di amici leali e pazienti, che sappiano ascoltare, ma anche accompagnarci nei momenti più difficili.
  • Mettendo l’attenzione su se stessi e sulle proprie capacità.

Gli errori da evitare:

  • Usare i figli come arma di ricatto o di scambio.
  • Appoggiarsi totalmente sui figli delegando loro ruoli inappropriati.
  • Isolarsi evitando il confronto con chi può aiutare.

La fine di una relazione, soprattutto se molto lunga e prospera, è traumatica; sono soprattutto due le onde emotive che hanno il sopravvento: la vergogna che si porta dietro il senso di colpa, (soprattutto se ci sono dei figli) e la solitudine.


Il lavoro o le passioni aiutano a rimanere lucidi e a non soccombere psicologicamente, ma qualche volta non bastano. Spesso è davvero necessario un aiuto psicologico professionale per uscire dalla crisi di identità che ne consegue.
Per quanto titubanza e timore siano comprensibili in questi casi, va riconosciuto il bisogno di aiuto e, di conseguenza, richiesto. In questo modo non aiutiamo soltanto noi stessi, ma anche le persone che vivono con noi e accanto a noi.

di Eleonora Alvigini

Se vuoi un aiuto contattaci mandandoci una mail a info@easyfamilyspace.com o compila il modulo contatti lasciando i tuoi dati.

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