È questo uno dei mesi più particolari dell’anno: i figli tornano a scuola e con loro circa 900.000 insegnanti; ripartono a pieno ritmo le aziende che hanno potuto chiudere per ferie e in men che non si dica ci si ritrova a portare i figli al calcio, in palestra, al doposcuola, dall’amico di turno, in piscina….poi si aggiungono le cene di lavoro, straordinari e imprevisti di ogni tipo a scandire le giornate di un nuovo anno civile appena cominciato.
Sembra paradossale ma questo è anche il periodo in cui più facilmente si rischia di andare in burnout se non si fa attenzione ai ritmi della ripartenza.
Soprattutto per le mamme e i papà in ascolto cerchiamo di individuare qualche precauzione per contrastare i sovraccarichi in partenza.
Gradualità
Proviamo a sviluppare un approccio graduale sulla ripresa della scuola dei figli e sulle loro frequentazioni sociali, dagli impegni sportivi al tempo libero. L’obiezione a questo suggerimento può essere che tutto inizia contemporaneamente: scuola, sport e impegni extrascolastici vari. Vero in certi casi, per cui cercheremo di essere meno pretenziosi proprio in questa fase iniziale rispetto a prestazione, motivazione impegno, puntualità e risultati. Diamo il tempo ai nostri ragazzi di prendere le misure col nuovo anno appena iniziato e allo stesso modo prendiamoci anche noi il tempo necessario a metabolizzarne le richieste.
Poniamoci obiettivi realistici e ragionevoli
A volte senza neppure averne piena consapevolezza partiamo in quarta e maciniamo aspettative prima del tempo. Proviamo a sospendere ogni giudizio per le prime settimane. Cerchiamo di goderci i primi metri di questo nuovo viaggio osservando quello che succede, senza spaventarci troppo dei primi eventuali intoppi. Attenzione ai pregiudizi che vanno a braccetto con le aspettative. Partire prevenuti non aiuta mai: essere realisti vuole anche dire essere capaci di lasciarsi stupire; restare in ascolto, autoregolando le proprie emozioni con pazienza e fiducia. Se invece sentite solo tanta preoccupazione e un po’ di ansia perché avete la sensazione che tanto nulla migliorerà davvero quel sentimento di sfiducia passerà nelle vostre relazioni. E credetemi, non aiuterà nessuno.
Respira
Troviamo da soli e insieme alla nostra famiglia dei momenti di debug in cui riposare, scaricare l’ansia accumulata, recuperare energie per sentire meno la fatica di questo nuovo inizio. Troviamo lo spazio per farlo: ogni 6 giorni sarebbe perfetto!
Eleonora Alvigini