Cambiano i tempi e sicuramente anche le modalità di stare insieme e di comunicare di genitori e figli, ma gli obiettivi rimangono gli stessi: il bambino desidera crescere e per farlo vuole esplorare ed esplorando prova piacere. Poi si accorge che può anche allontanarsi dalla fonte di sicurezza che è l’adulto e fare da solo. Riuscire a realizzare un obiettivo in modo autonomo rafforza la sua fiducia di base e allarga il respiro sulla propria immagine, ma anche nei confronti della realtà circostante. Nel frattempo ha anche imparato a gestire la frustrazione di un fallimento perché, mentre esplorava, cadeva e la sua mamma, senza farsi prendere dal panico, lo aiutava a rialzarsi e a ripartire.

I bambini hanno bisogno di essere ascoltati e di essere guidati oggi come ieri.

Per quanto le generazioni nel tempo esprimano meno divario fra loro (si vedono spesso madri e figlie simili a sorelle) è naturale che ci sia un’asimmetria fra genitori e figli, uno spazio relazionale in cui sia chiaro il compito di ciascuno: un figlio cresce e si realizza, una mamma e un papà aiutano ciascun figlio a farlo. Lo spazio fra genitori e figli è ciò che permette di mantenere quel ruolo attivo e di non confondere i propri bisogni con quelli dei figli. È ciò che ci aiuta a non perdere mai il focus sul ruolo di guida. Ed è anche ciò che aiuta un figlio a sentirsi “figlio” e non qualcos’altro che lo disorienterebbe.

La famiglia è una squadra in cui tutti hanno dei compiti, in cui ci si aiuta a vicenda, ma come in ogni squadra è necessario che vi sia un capitano.

Se state pensando che è scomodo, vi capisco perché un buon capitano crea occasioni di crescita, un buon capitano è stimolante, ma rispettoso, è richiedente, ma coerente. È d’esempio, ma non fa confusione fra sè e l’altro.

È molto incoraggiante vivere in una società in cui padre e figli giocano insieme e si fidano reciprocamente, ma questa vicinanza conquistata nei secoli non deve sostituirsi al ruolo di guida che compete ad ogni genitore così come ad ogni allenatore, educatore o insegnante. I figli questo cercano in un padre e in una madre perché di questo hanno bisogno ieri, oggi e, sono certa, anche domani.

Eleonora Alvigini

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