Partendo dall’ultimo rapporto “Un’occasione per ripensare le politiche per l’infanzia e l’adolescenza” del gruppo CRC _ Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza _, è evidente come il nostro paese non è ancora a misura di bambino nè per quanto concerne gli spazi, nè per le risorse necessarie alle diverse e talvolta davvero urgenti esigenze familiari.

Cosa fare?

  1. Scuola. Non si riforma il sistema scolastico ritoccando qua e là le prove di maturità o i nomi dei cicli di studi. La scuola si riforma con un piano serio di formazione e continuo aggiornamento dei suoi docenti e dirigenti. La scuola ha bisogno di persone preparate e pertanto ben retribuite affinché sia davvero ciò che deve essere: un luogo di conoscenza e di crescita umana.
  2. Salute. La sanità ha urgente bisogno di personale specializzato adeguato alla domanda crescente di minori con psicopatologie e disabilità: non sono accettabili liste d’attesa di oltre due anni (situazione attuale in regioni come la Lombardia) per accedere a terapie necessarie allo sviluppo in età evolutiva.
  3. Tutela minori. I servizi sociali e la tutela minori vanno certamente potenziati e riorganizzati affinché il loro lavoro possa davvero essere qualitativamente efficace per tutti i minori che vivono ai margini e in situazioni di grave rischio per maltrattamenti e povertà.
  4. Conciliazione famiglia-lavoro. Il mondo del lavoro dovrebbe contemplare il ruolo genitoriale del suo staff: asili e scuole non possono sostituirsi alla presenza del genitore, che magari scopre alle 7 del mattino di avere un figlio malato. Indipendentemente dalla salute, è giusto che un figlio abbia un genitore disponibile per tempo, energie e capacità emotive, non logorato e sfinito dalle richieste del mondo del lavoro. Ci auguriamo che le varie riforme nel campo delle politiche sociali individuino strategie più funzionali al ruolo genitoriale, perché i datori di lavoro possano rendere più flessibili le condizioni dei propri dipendenti, affinché si possa trovare tempo e spazio dedicati in modo regolato ed equilibrato a tutte le sfaccettature della nostra vita quotidiana.

e queste sono indubbiamente (e non perché lo affermiamo noi) le inevitabili e irrimandabili questioni istituzionali a cui far fronte da tempo, non possiamo dimenticare le responsabilità civiche che tutti abbiamo come genitori e figure educative in senso più ampio.
Chiediamo maggiori diritti, ma abbiamo anche Il dovere di scegliere in modo responsabile; di impegnarci nel nostro lavoro fuori e dentro casa; abbiamo il dovere di migliorare partendo dalla capacità di essere vigili e costruttivamente critici, non solo nei confronti degli altri, ma anche di noi stessi; abbiamo il dovere di sviluppare entusiasmo per motivare chi ci guarda e aspetta un segno.

Eleonora Alvigini e Francesca Rossi

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