C’era una volta una pecorella che viveva insieme al suo gregge in una bella fattoria sulle colline. La pecorella era sempre precisa e puntuale, non arrivava mai in ritardo al mattino quando il Cane Pastore portava le pecore al pascolo; la sua lana era sempre ben pettinata e pulita e la pecorella si presentava in pubblico soffice e bianca; era molto ordinata e dentro l’ovile aiutava le pecore più anziane a tenere in ordine i lettini e la cucina; non era una pecorella saputella, però, e cercava sempre di aiutare tutte le amiche ad essere precise e in ordine come lei.
La pecorella era così brava che tutti la chiamavano Pecorella Perfettina.


Un giorno accadde una cosa che nessuno si sarebbe mai aspettato: quando sorse l’alba e il galletto diede la sveglia, come sempre tutte le pecorelle si svegliarono, si lavarono il viso e i denti, si spazzolarono la lana e uscirono dall’ovile per incamminarsi al pascolo, guidate dal Cane Pastore. La Pecorella Perfettina invece, per la prima volta in vita sua, non sentì la sveglia e non si alzò, nonostante il trambusto che come sempre al mattino regnava nell’ovile.
Quando si svegliò, un paio d’ore dopo, tutta allarmata disse: “Oh no: sono in ritardo! Devo raggiungere il gregge!” e si precipitò fuori, ma le amiche ormai erano lontano e la Pecorella Perfettina non osò allontanarsi dall’ovile da sola perché sapeva che senza la protezione del Cane Pastore sicuramente un lupaccio grigio l’avrebbe inseguita.


Così rientrò e, tutta preoccupata, si diede da fare con le faccende: pulì il bagno, rifece i letti, spazzò i pavimenti e si mise anche a preparare la cena; intanto però pensava: “Non mi vorranno più bene, ho deluso tutti. Mi prenderanno in giro e mi lasceranno da sola!”. Era così triste che tra le lacrime non si accorse del tappetino sotto l’acquaio e inciampò, mandando in frantumi un piatto e un bicchiere! La Pecorella Perfettina si disperò ancora di più, ma poi si fece coraggio e continuò a preparare la cena: lasagne al ragù di insalata e polpettine di zucchine e peperoni.
Quando le pecorelle tornarono dal pascolo, entrarono nell’ovile e salutarono la Pecorella Perfettina: “Ciao!”, “Ciao, tutto bene?”, “Uh che giornata, vado a lavarmi! Ciao”.


“Come? Nessuno mi sgrida? Nessuno mi prende in giro? Nessuno mi ignora?” pensava stupita la Pecorella Perfettina.
Quando entrò il Cane Pastore la Pecorella gli andò subito incontro chiedendo scusa tutta mortificata.
“Ma perché mi chiedi scusa? Ho visto che eri stanca e ho pensato di lasciarti dormire! Sei sempre così perfetta; sarai stanca di essere sempre pulita, puntuale e in ordine! Devi riposarti anche tu!” disse il Cane Pastore sorridendo.
“Cosa? Ma allora non sei arrabbiato?”. La Pecorella Perfettina non poteva crederci: non aveva mai pensato che gli altri le volessero bene comunque, anche se non fosse stata perfetta!


“Ma certo che non sono arrabbiato! E ora andiamo a cena, che sento un profumino buonissimo!” disse il Cane Pastore prendendo posto a tavola vicino alla Pecorella Perfettina.

di Francesca Rossi

illustrazioni di Giulia Ferrarini

Share This