Se dico reciprocità mi viene in mente la famiglia perché è il luogo in cui essere reciprocamente l’uno il sostegno e la gioia dell’altro. Fra le emergenze educative più che mai sentite nel nostro tempo c’è sicuramente l’educazione alla reciprocità cioè allo scambio, all’aiuto che non può prescindere dal riconoscimento di un valore, quello dell’altro.

È curiosa questa abitudine di stabilire una giornata speciale per sottolineare l’importanza di un evento, una relazione, un ambiente, un sistema, cose o persone, come se dovessimo necessariamente trovare una scusa per ricordare qualcosa o qualcuno. In calendario non troviamo più solo compleanni o santi ma “la giornata mondiale di….” E fra queste non poteva certo mancare la famiglia.

Chi mi conosce bene sa che faccio già abbastanza fatica a ricordare i compleanni importanti della mia vita sociale, potete ben immaginare come mi senta di fronte agli special day calendarizzati quasi ogni giorno.

15 Maggio 2022 – Giornata internazionale della famiglia

Ma quest’anno, in occasione del 15 maggio 2022 voglio fare un’eccezione e arrivare preparata alla giornata internazionale della famiglia, celebrandone il valore universale che la caratterizza in modo particolare: la reciprocità.

Reciproco dal latino reciprŏcus significa “che va e viene, che fluisce e rifluisce” e sta ad indicare ciò che sussiste in modo analogo e vicendevole tra due o più soggetti.

Mi piace molto quest’immagine che mi fa pensare al mare. Ogni estate le spiagge dei litorali di tutto il mondo cambiano il loro aspetto perché il mare col suo moto ondoso porta e toglie continuamente sabbia alla terraferma. Il mare muove le sue acque portando e togliendo sabbia, a seconda del tempo atmosferico, dei cicli lunari e di chissà quali altre variabili misteriose a noi sconosciute.

Questo trasforma continuamente e diversifica di poco o di molto il paesaggio terrestre. Non esiste spiaggia al mondo che sia sempre uguale all’anno precedente, anche se non è sempre tutto così visibile ai nostri occhi.

Fra mare e terra si cela questo continuo fluire, questo dare e avere che descrive la loro reciprocità, il loro legame.

Il mare e il vento

Essere famiglia contiene lo stesso movimento del mare, solo che sono le persone che si muovono, che danno e ricevono in un moto continuo di relazioni aiutate dalle loro somiglianze ma anche dalle loro peculiarità personali.

Se nella metafora del mare il vento rappresenta l’amore che crea le onde, nella famiglia l’amore sostiene i vincoli e le promesse e promuove la crescita e la realizzazione di ciascuno o almeno così dovrebbe essere.

E quando, come il vento, anche l’amore attraversa momenti difficili perdendo la sua energia, la famiglia diventa il luogo in cui appoggiarsi l’un l’altro, in cui potersi fermare, permettersi di riposare come all’ombra di un albero ricco di fronde.

Essere famiglia ha un potere immenso perfino quando vi sono più problemi e più fatiche del necessario perché è il luogo in cui nascono le relazioni primarie, in cui si scopre il desiderio e il piacere di essere amato.

È sempre più urgente riconoscere questo compito evolutivo e impegnarsi per assolverlo con coraggio e maturità.

Oggi viviamo l’esperienza sociale come se fossimo un po’ scissi: siamo capaci di riconoscere quanto sia sbagliata una guerra, ci attiviamo spinti da grandi sentimentalismi, ma poi ci arrendiamo a conflitti e mancanze sotto il nostro stesso tetto, là dove stanno la nostra quotidiana fatica e la promessa di porto sicuro.

È in questo luogo che i figli crescono con gli stessi valori che respirano ogni giorno, che vedono, vivono e in cui credono, convinti dai comportamenti più che dalle parole. La famiglia è pertanto il luogo in cui essere reciprocamente testimoni gli uni gli altri, consapevoli che si sbaglia, si ride, si piange, si riesce, si soffre, si ricomincia, si cambia vicendevolmente nella realtà di tutti i giorni.

di Eleonora Alvigini

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