Chiunque abbia visto nascere un bambino ha provato quel sollievo…. Di sentirne subito il pianto.

La vita, fuori dallo spazio protetto del grembo materno, nasce con quel pianto che dice la presenza e il bisogno di essere accolto.

Il pianto è il segnale che il bambino sente un bisogno: desidera essere preso, scaldato, nutrito, amato. La mamma attende quel pianto che è sinonimo di esistenza, di interesse, di vita.

Senza questo segnale vitale non potremmo capire ciò di cui il bambino ha bisogno. Chi ha sentito un bambino piangere sa anche che non ne è sempre chiaro il motivo: occorre imparare a decifrarne il suono, che accompagna l’espressione del viso, la postura del corpo e i diversi altri segnali che il bambino porta. Dopo qualche tempo lo scambio fra madre e bambino funziona.

Al pianto si risponde con un nutrimento: si nutre il corpo per soddisfare la fame di cibo, oppure si nutre lo spirito con lo sguardo, il contatto, l’attenzione e il calore. Spesso si fanno tutte queste cose insieme, specialmente nei primi mesi dopo la nascita. 

In seguito i bambini imparano a usare anche la voce per comunicare, e non solo il pianto. Imparano a muoversi sempre di più e conquistano lo spazio. 

Muovendosi comunicano desideri e bisogni. È a questo punto che pensiamo di conoscere bene i nostri figli. Sappiamo addirittura prevederli e prevenire le loro azioni. Pre-vedere, pre-venire: non ho mai trovato simpatico questo suffisso. Forse per lo stesso motivo per cui, quando vedo un film o leggo un libro non vorrei conoscerne la fine. Così come detesto essere prevedibile. Pre-venire un bisogno uccide il desiderio, soprattutto nei bambini. Possiamo invece imparare insieme ad aspettare: senza l’ansia di dare troppo nascerà il desiderio di una cosa nuova e la motivazione alla conquista. Senza l’ansia di ricevere tutto subito nascerà la capacità di godere delle proprie conquiste e da questo positivo connubio entrambi, genitori e figli, cresceranno più regolati e più capaci di affrontare ostacoli e superare crisi.

Non abbiate dunque fretta di trovare una soluzione alle richieste o alle difficoltà che si generano nei figli durante l’età evolutiva. Inoltre, non temete che i vostri figli sentano la frustrazione e impegnatevi a lasciarli cercare una soluzione al problema: accompagnateli, dando loro spazio e fiducia così che quando ce l’avranno fatta si sentiranno soddisfatti e capaci.

Share This